domenica 24 marzo 2013

Disarmo culturale first needing!!!

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Il mercato delle armi non conosce crisi. E la Cina è sempre più leader

Nell'ultimo quinquennio le esportazioni dell'industria bellica di Pechino sono aumentate del 162% rispetto al periodo precedente, contro una media del 17 per cento. Regno unito superato in classifica. E l'Italia compensa la frenata europea

Armi
La Cina avanza anche nelle armi. Nel corso del quinquennio 2008-2012, le esportazioni di armi convenzionali nel mondo sono cresciute del 17%, una forte espansione cui ha contribuito in modo decisivo l’industria cinese le cui vendite all’estero sono aumentate del 162% rispetto al periodo precedente (2003-07). Una performance che ha consentito a Pechino di superare in classifica ilRegno Unito entrando a far parte del club dei primi cinque esportatori di armi del mondo per la prima volta dalla fine della Guerra Fredda. Lo ha riferito lo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri) nel suo ultimo rapporto pubblicato.
A mantenere la leadership nel mercato mondiale sono sempre gli Stati Uniti con una quota pari al 30% dell’export globale. A tallonare Washington c’è ovviamente la Russia (26%) mentre Germania (7%) e Francia (6%), terza e quarta rispettivamente, seguono a debita distanza. La Cina, come si diceva, ha effettuato il balzo decisivo negli ultimi anni arrivando a conquistare quota 5% contro il 2% del quinquennio precedente. Determinante, per il successo delle armi di Pechino, la crescente domanda del Pakistan, come ha confermato il direttore del Sipri Arms Transfers Programme, Paul Holtom, in una nota ufficiale del centro di ricerca svedese. Le forniture cinesi, ha precisato, raggiungerebbero comunque un crescente numero di Stati.
Nella classifica delle importazioni, rivela ancora il SIPRI, Pechino si piazza al secondo posto con il 6% della quota complessiva globale dietro all’India, prima assoluta con il 12% dell’import planetario. Pakistan (5%), Corea del Sud (5%) e Singapore (4%) completano una Top Five globale interamente asiatica. Tra gli altri aspetti significativi del rapporto si segnala la leadership russa nelle esportazioni di armamenti convenzionali verso il Venezuela (il 66% dell’import di Caracas) e, soprattutto, la Siria (dove si raggiunge il 71%). Impressionanti, poi, i numeri dell’Africa: nell’ultimo quinquennio le importazioni del Continente sono cresciute del 104% rispetto ai cinque anni precedenti ma il traino viene in pratica dal solo Nord Africa dove l’import è aumentato del 350% contro il 5% delle nazioni sub sahariane.
Alla forte domanda del mercato orientale e africano si è contrapposta negli ultimi anni la significativa riduzione della spesa europea. Le importazioni del Vecchio Continente si sono ridotte del 20% nell’ultimo quinquennio a seguito di vari fattori a cominciare dalla conclusione del conflitto in Iraq e dal ridimensionamento della presenza militare in Afghanistan. Determinante, poi, l’effetto della crisi e dei conseguenti programmi di austerity. Negli ultimi 5 anni le importazioni di armi da parte dellaGrecia sono diminuite del 61% facendo precipitare il Paese dal 4° al 15° posto nella classifica delle importazioni del Pianeta.
E l’Italia? Nel rapporto Sipri non se ne parla ma i dati, ovviamente, non mancano. Tra il 1990 e il 2011, ricordano Duccio Facchini, Michele Sasso e Francesco Vignarca nel loro “Armi, un affare di Stato – Soldi, interessi, scenari di un business miliardario”, Roma ha autorizzato export di armamenti per 44 miliardi di euro. Tra il 2006 e il 2010, poi, la Penisola ha compensato da sola il 14% delle esportazioni europee (pari nel loro complesso a quasi 165 miliardi di euro). Un business di successo che ha coinvolto tanto il sistema bancario quanto la regina del settore, quella Finmeccanica protagonista negli ultimi due anni di una serie infinita di guai giudiziari. 

giovedì 21 febbraio 2013




E nessuno che abbia mai il coraggio di rispondere. RISVEGLIO NECESSARIO!

martedì 5 febbraio 2013

Il 25 Aprile ai partigiani, il 27 Gennaio alle vittime dell'Olocausto, l'8 Marzo alle donne e via dicendo.


Quanto è ingiusto e grave incatenare eventi di importanza smisurata, idee e persone morte e vive ad un Solo giorno preciso?

Premetto che non voglio criticare il giorno della memoria e tanto meno l'atto necessario del ricordare, ma riflettere sulle conseguenze che questa "gabbia giornaliera" costruita attorno a tali eventi possa determinare.

Appena tre giorni fa televisioni e giornali hanno proposto una serie infinita di film, documentari, interviste ed articoli che mostravano in tutte le sfumature possibili le atrocità dell'olocausto. Tutti noi (e purtroppo non tutti) ci siamo ricordati di ricordare quanto cattivo sia stato l'essere umano e quanto male sia stato in grado di fare. Ci siamo commossi davanti ad un film, ci siamo chiesti come sia stato possibile di fronte a qualche documentario e ci siamo detti che cose del genere non dovranno assolutamente riaccadere.
Ora, questo credo sia anche giusto e necessario, credo sia importante impressionarsi e non dimenticare mai, ma credo anche che un 27 Gennaio che ci "schiaffa" l'atroce in faccia e ci strappa le lacrime dagli occhi in questo modo, assuma in primis la funzione di "strumento di sfogo e di mea(in quanto essere umano) culpa annuale" piuttosto che quella di dare alle persone la radicale e vera volontà di opporsi agli stermini in generale (cosa a mio parere molto più necessaria).
Cerco di spiegarmi meglio.
Credo che se il giorno della memoria esaurisca la sua infinita potenzialità nel ricordo dell'olocausto e nell'arco di 24 ore allora la tragedia è doppia. Credo che eventi del genere non debbano puntare i fari solo sul singolo caso, bensì fare luce sull'essenza dell'atroce, aiutando ad allargare lo sguardo su tutti i luoghi in cui esso si manifesta, a maggior ragione ORA. Il giorno della memoria non deve servire solo a ricordare che il nazi-fascismo ha compiuto un genocidio, ma deve muovere le persone ad opporsi con forza a qualsiasi tipo di violenza sull'umano.
Perché altri stermini ed altre violenze sono in atto e serve a poco ricordare il passato dimenticando il presente. Perché se fossimo coerenti (e magari molti lo sono ed io lo spero con tutto il cuore) staremmo male ogni volta che sentiamo di quel che sta avvenendo in Siria, in Mali o vedendo che fine ha fatto la democrazia "conquistata" dalla tanto esaltata primavera araba.
Non è nemmeno mia intenzione dire che dovremmo passare le giornate a piangere di fronte alla tv, ma che dovremmo essere radicali nell'opporci all'atroce e radicali nell'andare a COMPRENDERNE le sue CAUSE sì, assolutamente.
Altrimenti tutto si esaurisce tristemente ad una pornografia della morte e del male, che vengono relegati in tempo lontano, in mano a persone ben precise e dei quali ci si ricorda per 24 ore all'anno.

A mio parere il giorno della memoria, così come tutti gli altri giorni importanti, oltre a farci ricordare ciò che è stato deve insegnarci a guardare ciò che è ed a trovare le forme moderne di quei paradigmi che hanno caratterizzato l'olocausto. E se il nazismo prevedeva la superiorità di una razza considerata pura sulle altre, oggi potrebbe essere la società globalizzata dell'estetica della perfezione (concetto discutibile) che sottopone i suoi componenti a raffiche disumane di volti e corpi ritenuti migliori di altri, con il risultato di infiniti disagi. Certo, paragonare l'uccisione programmata al disagio programmato è forse un po' azzardato, ma non credo sia necessario aspettare le più tragiche ed irrimediabili conseguenze per opporsi e denunciare. Inoltre nel mondo globalizzato del mercato ogni evento ha una diffusione enormemente più ampia ed altrettanto enormemente più subdola. Questo è solo un tentativo di deduzione ma ce ne potrebbero essere molti altri.

Un paradosso forte si può ritrovare nell'8 marzo, festa delle donne. Chi ricorda cosa realmente è accaduto l'8 Marzo e chi invece coglie l'occasione per sfamare il mostro del consumismo, festeggiando con uno spaventoso vuoto di contenuti? A me risulta che era stato scelto l'8 Marzo in memoria di 129 donne operaie morte a cause di un incendio (avvenuto in realtà il 25 Marzo del 1911) che scoppiò nella fabbrica dove lavoravano a New York. Non fu solo l'incendio ad ucciderle ma le porte della fabbrica chiuse a chiave dai padroni (gli unici a salvarsi) per evitare pause eccessive o furti, che impedirono loro di fuggire. Queste persone lavoravano 12/14 ore al giorno guadagnando pochissimo ed è stato fatto in modo tale che cose del genere non avvenissero più....negli Stati Uniti. Perché nel resto del mondo avvengono eccome! Un esempio recente è quello della famosa azienda cinese Foxconn di IPHONE(della apple made U.S.A.) dove gli operai costretti a lavorare le stesse ore di quelle donne a New York nel 1911, hanno dato vita ad alcune rivolte, prontamente soffocate. 14 di loro si sono persino suicidati.
E allora io non riesco a comprendere il senso di tutto questo.
Avvengono le tragedie in casa nostra, le innalziamo a giorni della memoria, le ricordiamo piangendo e poi le esportiamo all'estero per poter continuare a consumare Noi il prodotto (PERCHé POI è PRINCIPALMENTE L'OCCIDENTE A COMPRARE) ???

Quale valore continua ad avere qualsiasi giorno della memoria in questi contesti della contemporaneità?

Forse, se la memoria non dà il coraggio alle persone di opporsi radicalmente a 360° a tutti i "derivati-evoluzioni" degli eventi che essa ci ricorda, il suo significato appare vuoto, debole e persino un po' falso.

Probabilmente è un mio limite, ma credo che farei fatica a comprendere le ragioni di chi per mandare un messaggio di auguri per la festa della donna utilizzasse un Iphone, o di chi rimanesse sconvolto di fronte ad un film sull'olocausto però accettando silenziosamente che ogni giorno vengano bruciati quintali di cibo per non far crollare i prezzi del (maledettissimo) mercato. Capisco che sarebbe quasi impossibile per noi che apparteniamo a questa società slegarci completamente da essa, ma cercare di fare il più possibile affinché atrocità ed incongruenze inaccettabili non avvengano è necessario.
Anche per riempire quei gesti istituzionali ai quali ci aggrappiamo per ricordare di essere più buoni.

martedì 8 gennaio 2013

venerdì 4 gennaio 2013

Il Coraggio dell'Essere Lunare


Alla lettura del post precedente mi sovviene il ricordo di una notte più magica delle altre, su di un'isola selvaggia ma mai ostile, in compagnia di amici che sono pezzi di vita. Quella notte la Luna a me appariva così:

Maestosa sfera che schiva la perfezione per scelta, mostri sempre il tuo volto semiurlante di emozione. Chi può dire quale sia la tua indole animica? Nessuno sa cosa nascondi né tanto meno perché lo fai.
Madre generosa offri luce e occhi ai tuoi figli sempre più ciechi per ringraziarti. Chissà il coraggio che trasmettevi a quell'uomo che col buio lottava per necessità, che spaventato alla tua ciclica scomparsa si è sentito perduto. Chissà che gioia il tuo rinascere lento, l'ansia dell'attesa, la palpitazione del rivederti.
Fedele torni sempre, col tuo fare calmo e rotondo di pienezza. Madre che però non vizia i suoi figli, ma che esorta loro ad imparare il coraggio nell'oscuro, a trovare la luce guida anche nel buio profondo, perché l'unico posto che esiste realmente è dentro loro.
Non raccontarci mai il tuo segreto Luna, nascondi e preserva il tuo lato oscuro. Serve agli uomini ignoranti che pensano di poter capire tutto di tutto e di te, mentre invece non comprendono nulla.
Che la tua parte occulta possa essere il nostro limite.

Lo stupore alla Luna.

La luna si sa, ha affascinato da sempre poeti e cantori del Bello, vagabondi e passeggiatori temerari che sfidarono il freddo per volgere il naso all'insù. Perché, anch'esso è noto, le notti invernali, con il loro gelo vivificante, partecipative e contemplative ancor prima di entrare in quello stato sentimentale di ascolto per lo più inspiegabile a parole, accolgono l abbraccio alla luna in una dimensione del tutto speciale e magica.    E' sempre stupefacente ed ogni volta nuovo perdercisi dentro, farla propria, meravigliarsi di cosa sia ed è questa volta diversamente malinconico staccarsi da una simile visione e coricarsi a casa, pur sapendo che essa ancora brilla e abita il cielo, pare di compiere un sacrilegio o qualcosa di comunque snaturato.
E' alla luce (tanto per rimanere in tema) di questa riflessione che mi è venuto alla mente uno scritto, che ben si accorda inoltre, a mio parere, al sottotitolo di questo blog - Perchè raramente di accorgiamo di ciò che accade attorno a noi - che qui vi riporto :

Per comprendere davvero, per conoscere qualcosa è necessaria l' emozione, o ancor meglio il sentimento. Bisogna ri-pensare ciò che credo di conoscere, che sia un fiore, un muro o l' amore di una vita.
Elucubrare arditamente, perchè nel farlo serve coraggio, forte che è il rischio di giungere alla soluzione che in realtà non si conosce nulla!
Smembrare e ripetere innumerevoli volte una parola, fino a Sentirne l' eco in fondo al cuore.
Ed ecco che, a cavallo del riverbero del proprio pensiero troveremo lo stupore, l' eroico stupore, la spia luminosa che ci segnala la meta, l' agognato punto di arrivo delle proprie congetture sulla realtà, la parvenza di una conoscenza, che dura un attimo e poi svanisce. 

venerdì 28 dicembre 2012

Bipolo (-larismo)


La situazione è il classico treno caldo d'inverno. Due ragazze entrano parlando a voce alta nella cabina (era un cazzo di inter-city)



Ma che cazzo c'avranno da urlare                                              E stai calmo dai, non fare il vecchio





Vestite da fighette, una con una valigia                                   Chi sei per giudicare?
rosa di Hello Kitty.                                                                       
                                                                     
Nessuno.                             
   

Ok, hai ragione parte perbenista di me;                                    Aspetta e vedrai.
ma io almeno non ho una valigia di
 Helo Kitty. 


Si siedono, tirano fuori gli I-phone. "io mi metto ad ascoltare la musica" , "io a leggere un libro"







Ambè, legge un libro! Avevi ragione!                                    Te l'avevo detto.


"Ne ho tanti di libri su I-Books, adesso ho scaricato 50 sfumature di grigio." , "mi hanno detto che è bello, ma non l'ho mai letto"



Ma porca troia.                                                                          ......



Che fai non dici più niente?                                                    ......





Rumore di sottofondo. Un tizio che dormiva si sveglia e chiede se possono fare più piano. Iniziano a mandarsi MESSAGGI con il cazzo di cellulare, a vicenda...pur stando a circa 86 cm di distanza.




.......                                                                                          ....                    


                                                                                                     Ma mi spieghi tu chi cazzo ti credi di                 
                                                                                                  essere?                                                                              



Nessuno.                                                                               Allora non pensare male. Hai avuto     
                                                                                               prova che i luoghi comuni sono sempre       
                                                                                               falsi.

Non sempre, spesso.                                                              Ti attacchi alle singole parole.


Fanculo!                                                                               Fottiti.


Credo che ci voglia più                                                       Occhio che poi pecchi di orgoglio.
coraggio a dire quello che pensi
che a fare i perbenisti del cazzo.


Il treno si ferma. "stazione di senigallia". Sigaretta e si inizia a camminare. "appena arrivo a casa scrivo sta stronzata". Ora l'ho fatto. è una gran cosa il fare. Giulianova è alle spalle, ma anche nella mente. "Lugano addio, cantavi". E noi continuiamo a farlo.

venerdì 21 dicembre 2012

The Dark Side of the Mo...nte dei Paschi


Report su Siena e il crimine del Monte dei Paschi. 

Eppure alla maggior parte dei cittadini basta il Palio e qualche favoretto.  Ma come?! Il paraocchi di solito non lo portano i cavalli???!
3,9 miliardi di euro per salvare il Monte dei Paschi, la stessa cifra che il governo ha ricevuto col pagamento dell'IMU. Si cercano volontari per Sit-in di protesta di fronte a quella splendida banca. Sarebbe bello se la gente venisse a Siena con nuovi intenti.

Si veda anche la puntata dello scorso maggio: http://www.youtube.com/watch?v=jGGLr5RXcqE

giovedì 13 dicembre 2012

Qualcosa che non dovrebbe essere l'eccezione ma la regola.



Discorso del presidente dell'Uruguay Josè Mujica a Rio in onore del G20.

Non si tratta di idealizzare il passato ma di ri-scoprire il significato della vita e la natura della gioia umana. E' necessario che si rifletta sull'attuale società contemporanea, consumista, capitalista e asservita alla finanza, e che si determini se il suo agire ci stia allontanando o meno dal senso più profondo del vivere.

mercoledì 12 dicembre 2012

RI-SUONA




A Lorenzo, colui che ci ha iniziato alla creazione musicale, insegnandoci che chiunque può, se ama il suo agire. Così ti ricordiamo, sperando che tu possa riderne. Grazie per tutto il tempo, le emozioni e l'intensità del tuo sentire.



" [...] quando le creature hanno avuto il loro rigoglio ciascuna fa ritorno alla sua radice,
 tornare è quiete,
il che vuol dire restituire il mandato,
restituire il mandato è l'eternità".
                                                                                                            
                                                                                                                  Daodejing