lunedì 13 gennaio 2014

domenica 12 gennaio 2014

Il mostro è l' amore

Il mostro è l' amore.



Non avevo l’ orologio al polso; non serve di questi giorni considerando la facilità con cui si può conoscere la posizione del tempo; è sufficiente osservare il display luminoso di un qualsiasi oggetto tecnologico che ha colonizzato il nostro quotidiano, che sia un computer, un telefono cellulare, quella recente diavoleria che è il tablet o affini.
Al di là di ogni fondante riflessione riguardo a ciò che è necessario o meno allo spirito, all’ impatto ecologico conseguito dalla produzione di uno dei sopracitati, alla continua delega di abilità dell’ uomo alla macchina, ciò che vuole essere vendicata è la primitiva attitudine all’ umano, ormai spacciata per obsoleta, la potenziale trasmissione empatica conseguibile dal contatto solidale, richiesto, ad esempio, per poter formulare la non più elementare, non più prevedibile domanda: “ Scusi, conosce l’ ora? “.
Chi chiede più l’ ora ad un passante? Oppure, chi più si fa spiegare il percorso da un abitante del luogo in cui stiamo transitando, considerando l' ausilio, ovvero la manipolazione, dei navigatori Gps dalla voce metallica o da altre dannate invenzioni accolte con entusiasmo dagli uomini che giustificano la loro legittimità cantando il mantra cieco della comodità?
Ma quale comodità è questa? – chiedo io - quella forse sublimante l’ individualismo, quella che preferiamo ad un abbraccio poichè sostituito da una simpatica emoticon gialla, quella che ha piantato i chiodi sul feretro dei luoghi pubblici, in cui ritrovarsi senza essersi preventivamente contattati poteva essere sorpresa e gioia oppure dispiacere e delusione, delegando l’ incontro al virtuale tessuto connettivo che è il web?

Si, deve essere questa. E noi siamo pazzi, pazzi spaventati che invertiamo rotta se scorgiamo al tramonto di un sentiero buio una figura che ci viene incontro, temendo chissà quali conseguenze mostruose ne deriverebbero. Il mostro è l’ amore e il fraterno che non abbiamo più il coraggio di salutare temo io.