giovedì 21 febbraio 2013




E nessuno che abbia mai il coraggio di rispondere. RISVEGLIO NECESSARIO!

martedì 5 febbraio 2013

Il 25 Aprile ai partigiani, il 27 Gennaio alle vittime dell'Olocausto, l'8 Marzo alle donne e via dicendo.


Quanto è ingiusto e grave incatenare eventi di importanza smisurata, idee e persone morte e vive ad un Solo giorno preciso?

Premetto che non voglio criticare il giorno della memoria e tanto meno l'atto necessario del ricordare, ma riflettere sulle conseguenze che questa "gabbia giornaliera" costruita attorno a tali eventi possa determinare.

Appena tre giorni fa televisioni e giornali hanno proposto una serie infinita di film, documentari, interviste ed articoli che mostravano in tutte le sfumature possibili le atrocità dell'olocausto. Tutti noi (e purtroppo non tutti) ci siamo ricordati di ricordare quanto cattivo sia stato l'essere umano e quanto male sia stato in grado di fare. Ci siamo commossi davanti ad un film, ci siamo chiesti come sia stato possibile di fronte a qualche documentario e ci siamo detti che cose del genere non dovranno assolutamente riaccadere.
Ora, questo credo sia anche giusto e necessario, credo sia importante impressionarsi e non dimenticare mai, ma credo anche che un 27 Gennaio che ci "schiaffa" l'atroce in faccia e ci strappa le lacrime dagli occhi in questo modo, assuma in primis la funzione di "strumento di sfogo e di mea(in quanto essere umano) culpa annuale" piuttosto che quella di dare alle persone la radicale e vera volontà di opporsi agli stermini in generale (cosa a mio parere molto più necessaria).
Cerco di spiegarmi meglio.
Credo che se il giorno della memoria esaurisca la sua infinita potenzialità nel ricordo dell'olocausto e nell'arco di 24 ore allora la tragedia è doppia. Credo che eventi del genere non debbano puntare i fari solo sul singolo caso, bensì fare luce sull'essenza dell'atroce, aiutando ad allargare lo sguardo su tutti i luoghi in cui esso si manifesta, a maggior ragione ORA. Il giorno della memoria non deve servire solo a ricordare che il nazi-fascismo ha compiuto un genocidio, ma deve muovere le persone ad opporsi con forza a qualsiasi tipo di violenza sull'umano.
Perché altri stermini ed altre violenze sono in atto e serve a poco ricordare il passato dimenticando il presente. Perché se fossimo coerenti (e magari molti lo sono ed io lo spero con tutto il cuore) staremmo male ogni volta che sentiamo di quel che sta avvenendo in Siria, in Mali o vedendo che fine ha fatto la democrazia "conquistata" dalla tanto esaltata primavera araba.
Non è nemmeno mia intenzione dire che dovremmo passare le giornate a piangere di fronte alla tv, ma che dovremmo essere radicali nell'opporci all'atroce e radicali nell'andare a COMPRENDERNE le sue CAUSE sì, assolutamente.
Altrimenti tutto si esaurisce tristemente ad una pornografia della morte e del male, che vengono relegati in tempo lontano, in mano a persone ben precise e dei quali ci si ricorda per 24 ore all'anno.

A mio parere il giorno della memoria, così come tutti gli altri giorni importanti, oltre a farci ricordare ciò che è stato deve insegnarci a guardare ciò che è ed a trovare le forme moderne di quei paradigmi che hanno caratterizzato l'olocausto. E se il nazismo prevedeva la superiorità di una razza considerata pura sulle altre, oggi potrebbe essere la società globalizzata dell'estetica della perfezione (concetto discutibile) che sottopone i suoi componenti a raffiche disumane di volti e corpi ritenuti migliori di altri, con il risultato di infiniti disagi. Certo, paragonare l'uccisione programmata al disagio programmato è forse un po' azzardato, ma non credo sia necessario aspettare le più tragiche ed irrimediabili conseguenze per opporsi e denunciare. Inoltre nel mondo globalizzato del mercato ogni evento ha una diffusione enormemente più ampia ed altrettanto enormemente più subdola. Questo è solo un tentativo di deduzione ma ce ne potrebbero essere molti altri.

Un paradosso forte si può ritrovare nell'8 marzo, festa delle donne. Chi ricorda cosa realmente è accaduto l'8 Marzo e chi invece coglie l'occasione per sfamare il mostro del consumismo, festeggiando con uno spaventoso vuoto di contenuti? A me risulta che era stato scelto l'8 Marzo in memoria di 129 donne operaie morte a cause di un incendio (avvenuto in realtà il 25 Marzo del 1911) che scoppiò nella fabbrica dove lavoravano a New York. Non fu solo l'incendio ad ucciderle ma le porte della fabbrica chiuse a chiave dai padroni (gli unici a salvarsi) per evitare pause eccessive o furti, che impedirono loro di fuggire. Queste persone lavoravano 12/14 ore al giorno guadagnando pochissimo ed è stato fatto in modo tale che cose del genere non avvenissero più....negli Stati Uniti. Perché nel resto del mondo avvengono eccome! Un esempio recente è quello della famosa azienda cinese Foxconn di IPHONE(della apple made U.S.A.) dove gli operai costretti a lavorare le stesse ore di quelle donne a New York nel 1911, hanno dato vita ad alcune rivolte, prontamente soffocate. 14 di loro si sono persino suicidati.
E allora io non riesco a comprendere il senso di tutto questo.
Avvengono le tragedie in casa nostra, le innalziamo a giorni della memoria, le ricordiamo piangendo e poi le esportiamo all'estero per poter continuare a consumare Noi il prodotto (PERCHé POI è PRINCIPALMENTE L'OCCIDENTE A COMPRARE) ???

Quale valore continua ad avere qualsiasi giorno della memoria in questi contesti della contemporaneità?

Forse, se la memoria non dà il coraggio alle persone di opporsi radicalmente a 360° a tutti i "derivati-evoluzioni" degli eventi che essa ci ricorda, il suo significato appare vuoto, debole e persino un po' falso.

Probabilmente è un mio limite, ma credo che farei fatica a comprendere le ragioni di chi per mandare un messaggio di auguri per la festa della donna utilizzasse un Iphone, o di chi rimanesse sconvolto di fronte ad un film sull'olocausto però accettando silenziosamente che ogni giorno vengano bruciati quintali di cibo per non far crollare i prezzi del (maledettissimo) mercato. Capisco che sarebbe quasi impossibile per noi che apparteniamo a questa società slegarci completamente da essa, ma cercare di fare il più possibile affinché atrocità ed incongruenze inaccettabili non avvengano è necessario.
Anche per riempire quei gesti istituzionali ai quali ci aggrappiamo per ricordare di essere più buoni.