martedì 8 gennaio 2013

venerdì 4 gennaio 2013

Il Coraggio dell'Essere Lunare


Alla lettura del post precedente mi sovviene il ricordo di una notte più magica delle altre, su di un'isola selvaggia ma mai ostile, in compagnia di amici che sono pezzi di vita. Quella notte la Luna a me appariva così:

Maestosa sfera che schiva la perfezione per scelta, mostri sempre il tuo volto semiurlante di emozione. Chi può dire quale sia la tua indole animica? Nessuno sa cosa nascondi né tanto meno perché lo fai.
Madre generosa offri luce e occhi ai tuoi figli sempre più ciechi per ringraziarti. Chissà il coraggio che trasmettevi a quell'uomo che col buio lottava per necessità, che spaventato alla tua ciclica scomparsa si è sentito perduto. Chissà che gioia il tuo rinascere lento, l'ansia dell'attesa, la palpitazione del rivederti.
Fedele torni sempre, col tuo fare calmo e rotondo di pienezza. Madre che però non vizia i suoi figli, ma che esorta loro ad imparare il coraggio nell'oscuro, a trovare la luce guida anche nel buio profondo, perché l'unico posto che esiste realmente è dentro loro.
Non raccontarci mai il tuo segreto Luna, nascondi e preserva il tuo lato oscuro. Serve agli uomini ignoranti che pensano di poter capire tutto di tutto e di te, mentre invece non comprendono nulla.
Che la tua parte occulta possa essere il nostro limite.

Lo stupore alla Luna.

La luna si sa, ha affascinato da sempre poeti e cantori del Bello, vagabondi e passeggiatori temerari che sfidarono il freddo per volgere il naso all'insù. Perché, anch'esso è noto, le notti invernali, con il loro gelo vivificante, partecipative e contemplative ancor prima di entrare in quello stato sentimentale di ascolto per lo più inspiegabile a parole, accolgono l abbraccio alla luna in una dimensione del tutto speciale e magica.    E' sempre stupefacente ed ogni volta nuovo perdercisi dentro, farla propria, meravigliarsi di cosa sia ed è questa volta diversamente malinconico staccarsi da una simile visione e coricarsi a casa, pur sapendo che essa ancora brilla e abita il cielo, pare di compiere un sacrilegio o qualcosa di comunque snaturato.
E' alla luce (tanto per rimanere in tema) di questa riflessione che mi è venuto alla mente uno scritto, che ben si accorda inoltre, a mio parere, al sottotitolo di questo blog - Perchè raramente di accorgiamo di ciò che accade attorno a noi - che qui vi riporto :

Per comprendere davvero, per conoscere qualcosa è necessaria l' emozione, o ancor meglio il sentimento. Bisogna ri-pensare ciò che credo di conoscere, che sia un fiore, un muro o l' amore di una vita.
Elucubrare arditamente, perchè nel farlo serve coraggio, forte che è il rischio di giungere alla soluzione che in realtà non si conosce nulla!
Smembrare e ripetere innumerevoli volte una parola, fino a Sentirne l' eco in fondo al cuore.
Ed ecco che, a cavallo del riverbero del proprio pensiero troveremo lo stupore, l' eroico stupore, la spia luminosa che ci segnala la meta, l' agognato punto di arrivo delle proprie congetture sulla realtà, la parvenza di una conoscenza, che dura un attimo e poi svanisce.