Alla lettura del post precedente mi sovviene il ricordo di una notte più magica delle altre, su di un'isola selvaggia ma mai ostile, in compagnia di amici che sono pezzi di vita. Quella notte la Luna a me appariva così:
Maestosa sfera che schiva
la perfezione per scelta, mostri sempre il tuo volto semiurlante di
emozione. Chi può dire quale sia la tua indole animica? Nessuno sa
cosa nascondi né tanto meno perché lo fai.
Madre generosa offri luce
e occhi ai tuoi figli sempre più ciechi per ringraziarti. Chissà il
coraggio che trasmettevi a quell'uomo che col buio lottava per necessità,
che spaventato alla tua ciclica scomparsa si è sentito perduto.
Chissà che gioia il tuo rinascere lento, l'ansia dell'attesa, la
palpitazione del rivederti.
Fedele torni sempre, col
tuo fare calmo e rotondo di pienezza. Madre che però non vizia i
suoi figli, ma che esorta loro ad imparare il coraggio nell'oscuro, a
trovare la luce guida anche nel buio profondo, perché l'unico posto
che esiste realmente è dentro loro.
Non raccontarci mai il
tuo segreto Luna, nascondi e preserva il tuo lato oscuro. Serve agli
uomini ignoranti che pensano di poter capire tutto di tutto e di te,
mentre invece non comprendono nulla.
Che la tua parte occulta
possa essere il nostro limite.
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