E nessuno che abbia mai il coraggio di rispondere. RISVEGLIO NECESSARIO!
martedì 5 febbraio 2013
Il 25 Aprile ai partigiani, il 27 Gennaio alle vittime dell'Olocausto, l'8 Marzo alle donne e via dicendo.
Quanto è
ingiusto e grave incatenare eventi di importanza smisurata, idee e
persone morte e vive ad un Solo giorno preciso?
Premetto che
non voglio criticare il giorno della memoria e tanto meno l'atto
necessario del ricordare, ma riflettere sulle conseguenze che questa
"gabbia giornaliera" costruita attorno a tali eventi possa
determinare.
Appena tre
giorni fa televisioni e giornali hanno proposto una serie infinita di
film, documentari, interviste ed articoli che mostravano in tutte le
sfumature possibili le atrocità dell'olocausto. Tutti noi (e
purtroppo non tutti) ci siamo ricordati di ricordare quanto cattivo
sia stato l'essere umano e quanto male sia stato in grado di fare. Ci
siamo commossi davanti ad un film, ci siamo chiesti come sia stato
possibile di fronte a qualche documentario e ci siamo detti che cose
del genere non dovranno assolutamente riaccadere.
Ora, questo
credo sia anche giusto e necessario, credo sia importante
impressionarsi e non dimenticare mai, ma credo anche che un 27
Gennaio che ci "schiaffa" l'atroce in faccia e ci strappa
le lacrime dagli occhi in questo modo, assuma in primis la funzione
di "strumento di sfogo e di mea(in quanto essere umano) culpa
annuale" piuttosto che quella di dare alle persone la radicale e
vera volontà di opporsi agli stermini in generale (cosa a mio parere
molto più necessaria).
Cerco di
spiegarmi meglio.
Credo che se
il giorno della memoria esaurisca la sua infinita potenzialità nel
ricordo dell'olocausto e nell'arco di 24 ore allora la tragedia è
doppia. Credo che eventi del genere non debbano puntare i fari solo
sul singolo caso, bensì fare luce sull'essenza dell'atroce, aiutando
ad allargare lo sguardo su tutti i luoghi in cui esso si manifesta, a
maggior ragione ORA. Il giorno della memoria non deve servire solo a
ricordare che il nazi-fascismo ha compiuto un genocidio, ma deve
muovere le persone ad opporsi con forza a qualsiasi tipo di violenza
sull'umano.
Perché
altri stermini ed altre violenze sono in atto e serve a poco
ricordare il passato dimenticando il presente. Perché se fossimo
coerenti (e magari molti lo sono ed io lo spero con tutto il cuore)
staremmo male ogni volta che sentiamo di quel che sta avvenendo in
Siria, in Mali o vedendo che fine ha fatto la democrazia
"conquistata" dalla tanto esaltata primavera araba.
Non è
nemmeno mia intenzione dire che dovremmo passare le giornate a
piangere di fronte alla tv, ma che dovremmo essere radicali
nell'opporci all'atroce e radicali nell'andare a COMPRENDERNE le sue
CAUSE sì, assolutamente.
Altrimenti
tutto si esaurisce tristemente ad una pornografia della morte e del
male, che vengono relegati in tempo lontano, in mano a persone ben
precise e dei quali ci si ricorda per 24 ore all'anno.
A mio parere
il giorno della memoria, così come tutti gli altri giorni
importanti, oltre a farci ricordare ciò che è stato deve insegnarci
a guardare ciò che è ed a trovare le forme moderne di quei
paradigmi che hanno caratterizzato l'olocausto. E se il nazismo
prevedeva la superiorità di una razza considerata pura sulle altre,
oggi potrebbe essere la società globalizzata dell'estetica della
perfezione (concetto discutibile) che sottopone i suoi componenti a
raffiche disumane di volti e corpi ritenuti migliori di altri, con il
risultato di infiniti disagi. Certo, paragonare l'uccisione
programmata al disagio programmato è forse un po' azzardato, ma non
credo sia necessario aspettare le più tragiche ed irrimediabili
conseguenze per opporsi e denunciare. Inoltre nel mondo globalizzato
del mercato ogni evento ha una diffusione enormemente più ampia ed
altrettanto enormemente più subdola. Questo è solo un tentativo di
deduzione ma ce ne potrebbero essere molti altri.
Un paradosso
forte si può ritrovare nell'8 marzo, festa delle donne. Chi ricorda
cosa realmente è accaduto l'8 Marzo e chi invece coglie l'occasione
per sfamare il mostro del consumismo, festeggiando con uno spaventoso
vuoto di contenuti? A me risulta che era stato scelto l'8 Marzo in
memoria di 129 donne operaie morte a cause di un incendio (avvenuto
in realtà il 25 Marzo del 1911) che scoppiò nella fabbrica dove
lavoravano a New York. Non fu solo l'incendio ad ucciderle ma le
porte della fabbrica chiuse a chiave dai padroni (gli unici a
salvarsi) per evitare pause eccessive o furti, che impedirono loro di
fuggire. Queste persone lavoravano 12/14 ore al giorno guadagnando
pochissimo ed è stato fatto in modo tale che cose del genere non
avvenissero più....negli Stati Uniti. Perché nel resto del mondo
avvengono eccome! Un esempio recente è quello della famosa azienda
cinese Foxconn di IPHONE(della apple made U.S.A.) dove gli operai
costretti a lavorare le stesse ore di quelle donne a New York nel
1911, hanno dato vita ad alcune rivolte, prontamente soffocate. 14 di
loro si sono persino suicidati.
E allora io
non riesco a comprendere il senso di tutto questo.
Avvengono le
tragedie in casa nostra, le innalziamo a giorni della memoria, le
ricordiamo piangendo e poi le esportiamo all'estero per poter
continuare a consumare Noi il prodotto (PERCHé POI è PRINCIPALMENTE
L'OCCIDENTE A COMPRARE) ???
Quale valore
continua ad avere qualsiasi giorno della memoria in questi contesti
della contemporaneità?
Forse, se la
memoria non dà il coraggio alle persone di opporsi radicalmente a
360° a tutti i "derivati-evoluzioni" degli eventi che essa
ci ricorda, il suo significato appare vuoto, debole e persino un po'
falso.
Probabilmente
è un mio limite, ma credo che farei fatica a comprendere le ragioni
di chi per mandare un messaggio di auguri per la festa della donna
utilizzasse un Iphone, o di chi rimanesse sconvolto di fronte ad un
film sull'olocausto però accettando silenziosamente che ogni giorno
vengano bruciati quintali di cibo per non far crollare i prezzi del
(maledettissimo) mercato. Capisco che sarebbe quasi impossibile per
noi che apparteniamo a questa società slegarci completamente da
essa, ma cercare di fare il più possibile affinché atrocità ed
incongruenze inaccettabili non avvengano è necessario.
Anche per
riempire quei gesti istituzionali ai quali ci aggrappiamo per
ricordare di essere più buoni.
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